Analfabeti A0 – pre A1 – A1 – A2 – “Aggiungi un posto a tavola”

7 Gennaio 2024 . Reggio Emilia

Analfabeti A0 – pre A1 – A1 – A2 

“Aggiungi un posto a tavola”

Mi presento: sono Emanuela, insegnante dell’Associazione FILEF e vorrei, in poche righe, spiegare cosa significa essere analfabeti in un paese straniero. Ho tenuto vari corsi per queste persone, che sono prive della conoscenza della lingua, ma soprattutto, non hanno alcuna nozione di lettura e scrittura neanche in lingua madre. Sono spaesati, senza alcun punto di riferimento, non riescono a muoversi e a districarsi nelle più semplici azioni quotidiane.

Vorrei fare un esempio, semplice: la posta. Per ognuno di noi è ovvio riconoscere il proprio nome, ma per un analfabeta è impossibile. Zarha, una nostra studentessa, quando è arrivata a scuola a lezione era felice: aveva riconosciuto il proprio nome su una lettera, arrivata quella mattina… finalmente poteva interagire e riconoscersi nella società. Ogni loro piccolo progresso è simile all’arrivo in cima ad una montagna, eppure poche sono le risorse e i corsi che i paesi mettono in campo per aiutare l’integrazione di una categoria di immigrati così debole. È per questo che ho deciso di dedicarmi all’insegnamento della lingua a chi non ha mai potuto prendere una penna in mano, non per poca volontà, ma perché in molti Paesi, la scuola è troppo lontana dal villaggio e difficile da raggiungere, così si rinuncia oppure perché la scuola è ancora una prerogativa del maschio.

Spesso le nostre lezioni divengono luoghi dove si fa consulenza sulle più semplici necessità della persona e della famiglia: iscrivere i figli a scuola; prendere un appuntamento per una visita; leggere documenti e lettere.

Antonia aggiunge: poi ci sono le persone che sono andate a scuola nel paese d’origine, alcune anche laureate, ma che non parlano la nostra lingua. Vengono a scuola per imparare le basi della grammatica, le parole che occorrono per fare la spesa, per andare dal dottore o in farmacia, per chiedere e comprendere informazioni. Acquisiscono così la capacità per muoversi sul territorio che abitano, per usufruire dei servizi che Comune e associazioni mettono a disposizione dei cittadini, per allargare la loro cerchia di conoscenze, per uscire dall’isolamento in cui l’ignoranza della lingua li costringe, con l’obiettivo di conquistare passo passo una sempre maggiore autonomia e iniziare un percorso di integrazione.

Siamo il loro punto di riferimento e noi tutti, volontari di FILEF, cerchiamo di risolvere i loro problemi.

La FILEF è una piccola comunità, dove tutti hanno il loro spazio e se arriva un ospite si “aggiunge un posto a tavola” e si accoglie come dovrebbe essere in ogni società civile, senza pregiudizi e senza privilegi, come uno di noi!

Emanuela, Antonia, Silvana, Davide, Sebastiano, Filomena, Rita, Caterina

(gruppo insegnanti e collaboratori)

Comments

Your email address will not be published.